Non è tempo di deleghe. (1)
- Bruno Tarantino
- 1 apr 2020
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 2 apr 2020

Sono giorni in cui le ore sono più lunghe.
Per chi ha sempre vissuto di corsa ora il tempo a disposizione è troppo e il rischio è che parta la brocca (nel senso buono, cioè parta il pensiero libero).
Succede anche a me di trovarmi all'improvviso a pensare.
Oggi mi veniva in mente la grande sfortuna che ha avuto nel tempo il libro di Tobia. Noooo. Non è il cane della mia vicina di casa. Tobia è un personaggio della Bibbia, fratello sfortunato rispetto a Noè (quello dell'arca), Mosè (quello del mare che si apre), Giobbe (la cui pazienza è proprio la pazienza di Giobbe). Tobia è stato un po' più sfortunato.
Vediamo un attimo. Facciamo una prova.
Dove si trova il libro di Tobia?
Di cosa parla?
Di quanti capitoli è composto?
Se avete risposto ad una sola di queste domande allora siete dei geni che potete competere con i Testimoni di Geova (è solo che adesso sono loro che non possono suonare alle nostre case).
Se non ne avete azzeccata nemmeno una bene ugualmente. Ora avete tutto il tempo di andare a leggerlo.
Vi do un piccolo aiuto, è un libro che trovate dentro la Bibbia.
Io vi dico alcune piccole piccole particolarità che forse vi faranno venire voglia di prenderlo in mano tra una pubblicità e l'altra di Pomeriggio cinque (vi ho sgamati/e e non dite "nooo, io non la guarda la Barbara nazionale" altrimenti non sapreste nemmeno cosa è Pomeriggio cinque. E poi imparate una cosa importante: a volte alcune cose è bene saperle e vederle almeno per sapere come non diventare).
Tobia aveva un papà e aveva anche un nonno. Il papà si chiamava Tobi, il nonno Tobiel. Che fantasia in questa saga vero?
I nomi nella Bibbia non sono mai soltanto nomi.
Tobi significa "il mio bene".
Tobiel significa "Dio (el) è buono".
Tobia significa "Il Signore (YHWH) è buono" oppure "Il Signore (YHWH) è il mio bene".
Che meravigliosa famiglia, si respira aria da Mulino Bianco.
Sappiamo però che il papà Tobi era veramente un uomo buono. Pur vivendo in esilio, prigioniero a Ninive, non ha mai dimenticato le buone tradizioni di Israele. Aiuta sempre, aiuta tutti. Nessuna situazione esterna può impedire di vivere secondo i dettami del cuore (nemmeno l'isolamento della pandemia). Valori e comportamenti che ha imparato dal padre e che trasmette al figlio.
Ad un certo punto, ormai vecchio e cieco, sente che i giorni a sua disposizione stanno per terminare e decide di fare testamento. Vi riporto alcuni passaggi, magari vi viene la voglia di andare a leggerlo.
"Qualora io muoia, dammi una sepoltura decorosa; onora tua madre e non abbandonarla per tutti i giorni della sua vita... Ricordati, figlio, che ha corso tanti pericoli per te, quando eri nel suo seno. Ogni giorno, o figlio, ricordati del Signore; non peccare né trasgredire i suoi comandi. Compi opere buone in tutti i giorni della tua vita... Dei tuoi beni fa elemosina. Non distogliere mai lo sguardo da povero, così non si leverà da te lo sguardo di Dio. .. Non rimandare la paga di chi lavora per te... Poni attenzione, o figlio, in quanto fai e sii ben educato in ogni tuo comportamento. Non fare a nessuno ciò che non piace a te... In ogni circostanza benedici il Signore e domanda che ti sia guida nelle tue vie e che i tuoi sentieri e i tuoi desideri giungano a buon fine... Ora, figlio, ti faccio sapere che ho depositato dieci talenti d'argento presso Gabael, figlio di Gabri, a Rage di Media."
Beh bello vero.
Ma perché mi è venuto in mente questo libro? Perché è una bella storia di amore familiare, vissuto concretamente. Dove non si rimane alle belle intenzioni nè ci si appiattisce sugli aspetti economici. C'è un equilibrio tra Bene e bene. Il Bene serve ad usare bene i beni, i beni servono partecipare del Bene.
In queste lunghe ore trascorse in famiglia (e Dio solo sa alla fine di questa storia se ci saranno state più nascite o più separazioni) è compito dei genitori, che per questioni contingenti hanno delegato sempre più l'educazione dei loro figli alle tante agenzie educative (scuola a tempo pieno, parrocchia, oratorio, sport, play station, computer, tv, portici, discoteche, wine bar alias vecchie osterie) di riprendersi in mano il ruolo di protagonisti nell'educazione e nella crescita dei loro figli.
Ho sempre precisato ai genitori che il ruolo della parrocchia è di aiuto, supporto e questo dovrebbe essere il ruolo di ogni altra agenzia educativa, mai di sostituzione vicaria.
Non è più tempo di deleghe.
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